Questa organizzazione sindacale ha avuto modo di constatare che vi è ancora molta incertezza da parte di alcuni dirigenti sull’applicazione degli orari in deroga previsti dalla circolare emanata dal Sig. Questore in data 04 novembre u.s. Com’è noto il Sig. Capo della Polizia, con circolare n.333-A/ del 27 ottobre 2020, al fine di evitare la diffusione del contagio da nuovo coronavirus tra il personale in
modo da tutelarne la salute e, di riflesso, mantenere l’efficienza della nostra Amministrazione, ha disposto tra l’altro, la fruizione dei giorni di congedo ordinario o di altra figura di assenza legittima con l’adozione di moduli organizzativi del personale ispirati alla logica dell’alternanza. Il Sig. Questore si uniformava a tali precetti emanando la circolare anzidetta che, tra
l’altro, recependo in pieno le proposte avanzate dal Siap durante l’incontro del 2 novembre, prevede la possibilità per il personale impegnato in turni non continuativi di programmare la settimana con orario di lavoro 07/13 oppure 08/14, alternato con un giorno di congedo ordinario (o di recupero riposo).
Tale formula è stata proposta da questa Segreteria provinciale per consentire ai dipendenti di effettuare un turno di lavoro meno gravoso (sei ore anziché 12) con possibilità altresì di svolgere prestazione di lavoro straordinario programmato (secondo i dettami dell’ANQ, ovvero per un massimo di tre ore al giorno, per non più di due giorni a settimana) ed emergente.
Nel contempo, oltre ad attuare scrupolosamente le disposizioni del Sig. Capo della Polizia, si produce l’effetto di assicurare l’efficienza dei servizi istituzionali. A tal proposito, è bene ricordare che a causa della pandemia le incombenze che gravano quotidianamente sui poliziotti e sulle poliziotte non solo non sono diminuite, ma sono addirittura aumentate, stante l’opportuna istituzione di mirati servizi volti al controllo del rispetto delle cosiddette norme “Anticovid”.
Alla luce di ciò, questa organizzazione sindacale si è sentita in dovere di studiare delle proposte che, in perfetta coerenza con il diritto positivo, potessero da una parte garantire l’efficienza dei servizi istituzionali e dall’altra tutelare il benessere psicofisico delle colleghe e dei colleghi prevedendo la possibilità di svolgere orari di lavoro meno gravosi.